L’informazione sanitaria personalizzata fa la differenza: l’esempio dei vaccini
Interventi di informazione e educazione alla salutestudiati ad hoc per gli adolescenti eveicolati con tecnologie digitali possono favorire la presa di coscienza delrapporto rischio-beneficio. Questo è stato dimostrato per le vaccinazioni el’adesione alle campagne vaccinali.
Informare lepersone sulle opportunità di cura è parte del patient engagment
Questo è evidente attraverso l’esempio delle opportunitàofferte dalla vaccinazione: informare determina scelte consapevoli rispetto all’adesione alle campagne vaccinali.Se poi l’educazione alla prevenzione primaria è veicolata con strumenti adattie in un contesto clinico l’effetto è maggiore.
Questo il focus dello studio “An educational intervention to improve Hpv vaccination: a clusterrandomized trial” pubblicato sulla rivista Pediatrics a gennaio 2019, che ha analizzato gli effetti di una campagna informativa diretta agli adolescentiamericani sull’importanza della vaccinazione contro lo Human Papilloma virus(Hpv). La campagna di sensibilizzazione fu veicolataattraverso video esplicativi fruibili dai ragazzi tramite un tablet messo a disposizione nelle saled’attesa degli ambulatori medici. Ebbene il 78 per cento di questi giovani nelle settimane successive sisottoposero alla vaccinazione contro l’HPV, a fronte del 52 per cento diquanti non ebbero l’opportunità di utilizzare il tablet.
I fattori disuccesso
A fare ladifferenza rispetto ad altre campagne di sensibilizzazione sul medesimoargomento sono stati due fattori. Da un lato il mettere a disposizione lacampagna di informazione/sensibilizzazione attraverso un dispositivo direttamente utilizzabile dai ragazzi e dai genitoriche li accompagnavano al centro medico. Dall’altro la costruzione dellacampagna con messaggi ad hoc per questo target di utenti, nei quali si è riusciti ad “attivare” l’interesse versola somministrazione del vaccino o verso la richiesta di maggiori informazionicirca i rischi e i benefici derivanti dalla vaccinazione. Che, in ultimaanalisi, significa essere riusciti a coinvolgere il cittadino a considerareveramente un importante aspetto della propria salute.
Approcci evidence-based
Analizzando questo risultato da un punto di vistadi costruzione dell’offerta informativa/educativa, evidenziano gli esperti,emerge chiaramente l’importanza diprogettare interventi mirati e “consumer-oriented”.Vale a dire che per fare la differenza nell’outcomederivante dalle iniziative di educazione sanitaria bisogna costruire delle strategie precisamente centrate proprio suquel gruppo di pazienti/cittadini,considerando le loro necessità e utilizzando anche gli strumenti più adatti perfavorirne la fruizione. Tralasciando invece l’idea che una stessa ideapossa essere valida per tutti. Proprio come si fa nel campo del marketing.
Ecco che, conseguentemente, per conseguire un vero patient engagement è necessario ragionare e progettare in modo olistico mettendo a sistema expertise diverse e complementari a seconda del contesto. Come è avvenuto nel caso descritto dai ricercatori, dove i testi messi a disposizione degli adolescenti attraverso i tablet furono scritti da esperti in salute degli adolescenti, in vaccinazioni per l’Hpv, in epidemiologia e in comunicazione sanitaria.
Tuttavia, avvertono gli esperti, sebbene i risultati della strategia messa in atto siano promettenti, potrebbe essere utile, se non necessario, creare combinazioni con altri approcci evidence-based. Con l’obiettivo ultimo di ottenere il massimo risultato in termini di adesione alla campagna vaccinale anti-Hpv a livello nazionale.
Chissà chequesto possa valere come lezione da imparare anche per l’implementazione dicampagne di sensibilizzazione sulle vaccinazioni anche in Italia? Forse sì, intempi di Covid e non solo.