Portali digitali a misura di paziente
Il patient engagement passa anche da piattaforme digitali in grado di dialogare e informare pazienti e caregiver. Importante colmare il digital divide e seguire i principi dell’”implementation science”.
Favorire l’usodi portali digitali a misura di paziente con l’obiettivo di aumentare unaccesso più equo alla salute. È una delle evidenze emerse dalla “Review of patient engagement trough patientportals” pubblicata a giugno del 2020 sul supplemento alla rivista scientificaAnnals of Internal Medicine.
I pazienti apiù alto alto costo per il sistema sanitario e con le maggiori necessità diassistenza sono quelli che più di tutti trarrebbero beneficio da unamigliore informazione e comunicazione sulla propria condizione di salute esulle strategie più efficaci per migliorarla. Eppure sono ancora troppo pochele iniziative volte a favorire questo cambio di passo.
Lo studio, condotto da ricercatori americani,evidenzia che nonostante negli Usa circa il 90 per cento delle strutturesanitarie abbia portali dedicati allaconsultazione dei dati sanitari dei pazienti, è solo il 15-30 per cento di essi ad usarli.
I motivisono diversi. Da un lato la passivitàd’uso delle piattaforme, che si limitano a dare la possibilità diconsultare i risultati di esami e analisi mediche, dall’altro sistemi di accesso considerati troppocomplessi (e quindi disincentivanti) per le capacità informatiche degliutenti. Senza dimenticare la mancanza disistemi di comunicazione interpersonale tra l’utente e il personalesanitario della struttura di riferimento. A ciò si contrappone, tuttavia, unesplicito desiderio e volontà da parte di pazienti e caregver di riuscire a interagire maggiormente con le informazionirelative a salute e prevenzione. Sempre che ciò sia reso semplice eaccessibile.
In effetti, dicono i ricercatori, la definizione di strategie volte afavorire un più ampio coinvolgimento di tutte le figure che operano nellasanità, dai medici ai caregiver alpersonale di staff, determina un più elevatolivello di engagement del paziente stesso.
Ma allora come fare per disegnare strategiefinalizzate a raggiungere questo importate obiettivo? È necessario risponderecon azioni concrete alle criticità evidenziate proprio dagli interlocutori cheuseranno questi strumenti digitali.
Quattro aspetti da tenere in considerazione
L’alfabetizzazione informatica, la disponibilità diun device e connessione a Internet sono fattori importanti per due ragioni. Daun lato influenzano profondamente la possibilità d’uso dei portali sanitari,dall’altro il loro livello è inversamente proporzionale ai bisogni di salute edi informazione sulla salute. Si tratta di un digital divide che spessoè una diretta espressione di situazioni sociali a basso reddito o relative apopolazione molto anziana.
L’utilizzabilitàdei portali è ancora troppo spesso disegnata tenendo conto solo dellaprospettiva della struttura sanitaria. In altre parole, sono pensati erealizzati in modo “ospedalocentrico” anziché “pazientecentrico”. Mancano quindi di unpensiero critico focalizzato sulla userexperience della “persona con” patologia, che sarà l’utente primario delportale stesso. Ne deriva una scarsa accessibilità per i pazienti, che puòessere superata ad esempio utilizzando interfacce molto semplificate.
I migliori risultati in termini di coinvolgimentodel paziente attraverso i portali digitali si ottengono quando all’interfacciadigitale si associa un supporto umano.In questo senso, secondo la ricerca, le figure di familiari e amici sono moltorilevanti, ma ancora sotto-utilizzate.
È utile agire secondo i principi dell’”implementationscience”, partendo dall’analisi del modo di utilizzo dei portali daparte delle differenti tipologie di utenti e modificandone le interfacce e le feature per renderle via via sempre piùaderenti alle loro necessità/abilità.